Vince ancora l’Ottica Mandelli di Zino Surace. La vittoria contro la Costa Viola, conquistata domenica al “Palloncino”, permette a Sergi e compagne di restare al sesto posto proprio davanti le cugine dell’Elio Sozzi. «Sono contentissima di quest’esperienza, l’ambiente pallavolistico è serio e sano, e l’unico rimpianto è quello di aver lasciato in giro troppi punti che ci avrebbero permesso di stare molto più su in classifica perché ce lo meritavamo». Classe ’89, la Sergi è di Roccalumera, ma vanta trascorsi anche in Toscana, esattamente nella Galluzzo Volley Firenze, dove ha disputato un campionato di B2. E’ tornata a fare la palleggiatrice dopo un anno passato da libero, e forse è stata questa la difficoltà più grande riscontrata quest’anno: «Ho dovuto riprendere il mio vecchio ruolo e tutto ciò che ne concerne, ossia l’integrazione in un gruppo completamente nuovo, ma con l’aiuto del mio allenatore e delle mie compagne non è stato difficile riprendere il mio ruolo e quindi integrarmi perfettamente nel gruppo» afferma il capitano dell’Ottica Mandelli. Un campionato il cui livello generale in molti giudicano inferiore rispetto quello visto la scorsa annata, ma lei è contenta di questa stagione: «E’ stato un campionato stimolante in cui tutte le squadre, a seconda degli obiettivi prefissati, dimostravano di dare il massimo e di non regalare mai nulla alle avversarie. E questo è un modo di fare sport che mi piace parecchio, fa aumentare la competizione e permette a ciascuno di dare il meglio per la propria squadra». Il sestetto di Surace noncorre rischi visto i quarantuno punti fin qui ottenuti, l’obiettivo è fare bottino pieno nelle due partite rimaste: «Il nostro obiettivo è quello del miglior piazzamento possibile, a ridosso della zona calda della classifica che, come ti ripeto, per un soffio ci è sfuggita». L’Ottica Mandelli sarà ago nella bilancia nella lotta al terzo e al quarto posto in classifica. Due partite importantissime, durante le quali la stanchezza potrà farsi sentire: «Credo che la stanchezza fisica sia fisiologica per tutte le squadre e non solo per noi, per cui se dobbiamo considerarlo come un limite, credo che sia comune. Inoltre, posso assicurare che, conoscendo il gruppo, la nostra forza continuerà ad essere la coesione, lo spirito combattivo e la voglia di fare sacrifici tutte insieme per raggiungere questo obiettivo».
Alessandro Marcianò, Calabria Ora 25 aprile 2013
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