Quando una norma rischia di diventare una
condanna c’è da stare poco allegri. Paradossale è la situazione riguardante gli
Over di categoria, con le squadre di Serie C che, dopo magari aver evitato per
un soffio il fallimento, devono fare il mercato andando quasi a tastoni.
Secondo le norme, sono quattro gli over che una società può tesserare, per una
norma che, seppur nata sotto i migliori auspici, si è rivelata un boomerang. Se
lo scopo era quello di incrementare l’utilizzo dei ragazzi provenienti dai
settori giovanili, non si considera, però, un altro dato: molte società, allo
stato attuale, hanno impostato una scarsa preparazione strutturale a livello
giovanile. In molti paesi calabresi, poi, la pallavolo è assente in raggi di
addirittura cento chilometri, e basare tutto sui limiti d’età è diventato
contro producente. Le società, infatti, rischiano di pagare a peso d’oro qualche
giovane valido, per poi discriminare anche i prodotti locali, in una logica di
mercato spesso assurda. Altra posizione da riguardare, dunque, in questa estate
del volley che rischia di diventare l’ennesimo calderone fatto da parole e non
da fatti. La norma, inoltre, penalizza anche quei pallavolisti che, per via
della sfortuna, non hanno avuto un giusto palmares e che sarebbero costretti,
anche quest’estate, a trovare una nuova destinazione, possibilmente scendendo
di categoria per non sentirsi quasi un peso nella società d’appartenenza.
Alcune società sono pronte a scendere sul piede di guerra, per chiedere la
totale abolizione di questa norma, come già avvenuto in Campania, che dal
2012-13 non avrà alcun limite per i tesseramenti in Serie C e Serie D. Certo,
sarà poi il buon senso delle squadre a definire la politica sportiva, ma
limitare, al contempo, i giocatori più esperti e creare anche false speranze
tra i ragazzi non è il massimo.
Massimo Maneggio, Calabria Ora 6 luglio 2012
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